Il centrocampista francese sta per tornare in campo con la maglia del Monaco dopo due anni, ma si è tolto qualche sassolino
Negli ultimi anni due casi di doping hanno più di tutti scosso il calcio italiano, con tanto di lunga squalifica. Due nomi importanti, due questioni che hanno penalizzato fortemente le carriere di Paul Pogba e il ‘Papu’ Gomez che ancora non sono tornati in campo. La squalifica per il centrocampista francese in realtà è terminata da qualche mese e ora potrebbe effettivamente rientrare nel calcio professionistico. Manca ormai solo l’ufficialità per la sua firma con il Monaco. Il ‘Polpo’ ripartirà quindi dalla Francia, vuole mettersi alle spalle il momento più buio della sua carriera, e della sua vita per delle vicende extra-campo che si sono aggiunte.

Ma ora l’incubo sta per andare definitivamente alle spalle. Anche se Pogba ha ancora qualche sassolino da togliersi dalle scarpe, pure nei confronti della sua ex squadra. Alla televisione francese ‘TF1’, il francese ha parlato così: “Sono mentalmente e fisicamente pronto e non vedo l’ora di riprendere, a 32 anni, come se fossi ancora un ragazzino”. Con la maglia del Monaco tornerebbe a giocare una partita ufficiale dopo quasi due anni. Era settembre 2023. Un lungo calvario, dopo quello dell’infortunio, fino alla rescissione del novembre scorso. Ma non senza amarezza: “Avevo chiesto aiuto alla Juve, ma non mi è stato concesso. Avevo chiesto la possibilità di fare dei massaggi oppure di avere un preparatore atletico visto che facevo sempre parte della squadra, ne avevo diritto”. Ma la frecciata di Pogba non finisce qui.
Pogba, stoccata alla Juve: “Non mi ha sostenuto, pensavo di combattere solo con l’antidoping e invece…”
Paul Pogba si è sfogato e ha lanciato pure una stoccata proprio alla Juventus per come è stato gestito il suo periodo da squalificato: “Diciamo che non mi hanno sostenuto, e questo mi ha colpito, non ne ho capito il motivo. Credevo di essere in guerra contro l’antidoping, ma non contro la Juventus”. Molto chiaro. Inizialmente il centrocampista è rimasto a Torino, poi si è trasferito, soprattutto per un fattore emotivo: “Non potevo continuare a portare i miei figli a scuola passando ogni giorno davanti allo stadio e al centro di allenamento sapendo che non avrei potuto riprendere per molto tempo. E i miei figli mi chiedevano sempre quando sarei tornato a giocare e quando sarebbero potuti tornare a vedermi allo stadio”.

Pogba ha poi avuto diversi problemi anche fuori dal campo, col processo per il tentativo di estorsione subito da parte del fratello Mathias e di alcuni amici: “Sono cose tristi, perché si tratta di persone con cui sono cresciuto. Con mio fratello siamo in contatto, non come prima, ma ci siamo parlati. Il legame resta, ma pure la cicatrice. Andiamo avanti e vedremo con il tempo. Spero che la famiglia rimanga unita”.